Il motivo della lite è probabilmente da attribuirsi al fatto che Nuceria Alfaterna era diventata nel 57 una colonia romana e ciò aveva permesso ai nocerini di accaparrarsi territori precedentemente appartenuti ai pompeiani[1]. Per la costruzione venne sfruttato l’aggere della fortificazione più antica, che forniva un poderoso terrapieno a cui venne addossata la fondazione delle gradinate orientali. In occasione degli spettacoli, intorno all’anfiteatro si svolgeva un mercato e i venditori, con il permesso dei magistrati competenti (edili) potevano addirittura utilizzare gli archi della struttura esterna come botteghe. A ridosso dell’arena, si trovavano i posti migliori, riservati ai magistrati, ai membri del senato locale (decurioni), agli organizzatori e finanziatori dei giochi. La rissa fu inoltre ricordata da Tacito, che così scriveva: «Sub idem tempus levi initio atrox caedes orta inter colonos Nucerinos Pompeianosque gladiatorio spectaculo, quod Livineius Regulus, quem motum senatu rettuli, edebat. L'anfiteatro fu costruito intorno al 70 a.C. dai duoviri Gaio Quinzio Valgo e Marco Porcio[1] ed era utilizzato per giochi circensi e combattimenti tra i gladiatori; queste parate, talvolta pubblicizzate con graffiti sulle facciate delle case[2], avvenivano in forma grandiosa, come è testimoniato da un'iscrizione che recita: «Aulus Clodius Flaccus, della tribù Menenia, duoviro con potere giurisdizionale per tre volte e quinquennale, tribuno militare di nomina popolare organizzò questi spettacoli per la popolazione di Pompei. ©2020 Valica Srl. Tutti i monumenti ricostruiti sono stati studiati e restituiti in 3D con un lavoro scientifico che seguisse gli studi archeologici più aggiornati o anche i disegni d’epoca, oltrechè basandosi su mappe, fotografie, foto aeree, moderne tecniche di rilievo o scansioni laser. Scopri le altre ricostruzioni nella stessa categoria. quippe oppidana lascivia in vicem incessente[s] probra, dein saxa, postremo ferrum sumpsere, validiore Pompeianorum plebe, apud quos spectaculum edebatur. Durante l'eruzione del Vesuvio del 79, fu completamente sepolto sotto una fitta coltre di ceneri e lapilli e fu uno dei primi edifici ad essere riportato alla luce nella campagna di scavi promossa dalla dinastia borbonica nel 1748[4]. Gli spettacoli prevedevano combattimenti tra uomini e animali, oppure tra uomini e uomini, ed erano seguiti da arbitri e giudici di gara, come spiegavano una serie di affreschi dipinti tutto intorno all’arena e purtroppo oggi perduti. Pompei Nell'area degli scavi archeologici di Pompei è stata portata alla luce l'antica città romana distrutta tragicamente a seguito di una delle eruzioni del vicino vulcano Vesuvio, avvenuta nell'anno 79. Tutti i visitatori che negli ultimi due secoli si sono trovati a passeggiare per l’area archeologica di Pompei, hanno cercato almeno una volta di immaginare come doveva apparire la città prima di essere annientata dalla furia del vulcano. Oltre alle immagini nel visore, su richiesta, si possono avere video o altre immagini riprese da altre prospettive. A seguito del terremoto di Pompei del 62 l'edificio subì notevoli danni ed al contempo il provvedimento decennale venne annullato: l'intera struttura fu completamente rinnovata, come testimoniano due iscrizioni che si trovano nel passaggio d'ingresso, dai duoviri Caio e Cuspio Pensa, padre e figlio[3]. ergo deportati sunt in urbem multi e Nucerinis trunco per vulnera corpore, ac plerique liberorum aut parentum mortes deflebant. Per proteggere gli spettatori dai raggi del sole estivo o dalla pioggia, l'anfiteatro era predisposto per l'uso del velarium[1] ossia una sorta di grosso tendone, solitamente in lino, che ricopriva tutta l'area della struttura[2]. Foto e Immagini di Pompei: foto anfiteatro, 500x382 - Autore: Redazione Informativa Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy . cuius rei iudicium princeps senatui, senatus consulibus permisit. L'accesso all'anfiteatro avveniva tramite una galleria, chiamata anche crypta, che possedeva quattro ingressi, due dei quali davano direttamente sull'arena[2]: si pensa inoltre che un passaggio fosse esclusivamente riservato ai magistrati, che godevano di palchi d'onore, divisi dal resto della platea da uno scomparto in muratura; inoltre uno di questi palchi era collegato direttamente all'arena, probabilmente utilizzato dai gladiatori durante le cerimonie di premiazione[2]. + Partecipa alla guida
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© Copyright 2017 Altair4 Multimedia - All rights reserved. et rursus re ad patres relata, prohibiti publice in decem annos eius modi coetu Pompeiani collegiaque, quae contra leges instituerant, dissoluta; Livineius et qui alii seditionem conciverant exilio multati sunt.», «A quel tempo una causa futile provocò un atroce massacro tra i coloni di Pompei e di Nocera durante un combattimento gladiatorio offerto da Livineio Regolo, della cui rimozione dal Senato ho già riferito. Prima di giungere all'arena sono posti, lungo lo stesso asse, due spoliarii, utilizzati uno per prestare i primi soccorsi ai combattenti feriti[2], l'altro, con arco trionfale, per l'accesso dei gladiatori[1]; l'arena vera e propria è in terra battuta e contrariamente ad altri edifici dello stesso genere non presenta un'area sotterranea; l'intera circonferenza dell'arena è delimitata da un parapetto, alto circa due metri, che era decorato con affreschi, oggi andati perduti, che raffiguravano duelli tra gladiatori[5] ed in particolare uno che rappresentava l'inizio di una lotta[2]. Coordinate L'anfiteatro romano di Pompei è un anfiteatro di epoca romana, sepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovato a seguito degli scavi archeologici dell'antica Pompei: è uno degli edifici, nel suo genere, meglio conservato, nonché uno dei più antichi al mondo. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 27 apr 2020 alle 08:08. L'anfiteatro pompeiano dispone di una cavea, spartita in tre zone: l'ima cavea, divisa in sei settori, riservata alle personalità di spicco della città e da dove si godeva della migliore vista, la media cavea, ossia la zona centrale, riservata al popolo e la summa cavea[5], gli ultimi ordini di spalti riservati alle donne[3]; le ultime due zone della cavea erano entrambe divise in circa venti settori ed i sedili erano in parte in tufo, realizzati dopo il 62 ed in parte in legno, così come erano fatti in origine[2]. Poteva ospitare fino a 20.000 spettatori. Esternamente si presenta in due ordini: la parte inferiore è ad archi ciechi, in pietra, con pareti realizzate in opus incertum, sotto i quali, durante gli spettacoli, i mercanti vendevano le loro mercanzie, mentre l'ordine superiore presenta archi a tutto sesto; tra i due ordini è posto un ambulacro e per permettere agli spettatori di raggiungere le gradinate più alte furono costruite due grandi scalinate[5]. Riferita la relazione ai senatori, furono vietate ufficialmente queste riunioni per dieci anni e le associazioni, che avevano operato contro la legge, furono sciolte; Livineio e gli altri autori della sedizione furono condannati all'esilio.». + Segnala evento, HeaderContext-GetPartialViewNoCache = 0,0156263, HeaderBreadcrumb-GetPartialViewNoCache = 0, HeaderPageTitle-GetPartialViewNoCache = 0, GallerySlider_1xN-GetPartialView = 0,031252, DestinationListNear-GetPartialView = 0,0468788, VideoListGuideNewsletter-GetPartialView = 0, TOT = 0,1250096 -- LL = 0,2968991 --- 18/11/2020 07:20:38. Il contenuto è disponibile in base alla licenza, Soprintendenza archeologica di Pompei - Sito ufficiale, Ultima modifica il 27 apr 2020 alle 08:08, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Anfiteatro_romano_di_Pompei&oldid=112529827, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Dapprima i cittadini a turno s'insolentirono continuamente, poi scagliarono i sassi e infine ricorsero alle armi, prevalendo la gente di Pompei, presso cui si svolgeva lo spettacolo.
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