Nel 23 gennaio 1002 morì il cugino di secondo grado Ottone III. Egli non ricevette nessun aiuto da parte di Boleslao, anzi, attraverso i suoi ambasciatori-spia tentò di carpire le mosse di Enrico in Italia e cercò di corrompere i grandi che accompagnavano il re; inoltre accusò presso il papa Enrico di impedirgli di versare il censo al papa. Enrico quindi si avviò verso Roma (intraprese dunque la sua Romzug) e il 21 settembre 1013 fu a Balgstädt. Nel 1012 la famiglia dei Tuscolani riuscì a prendere il potere a Roma e riuscirono a collocare come papa un loro membro, Benedetto VIII e chiesero l'aiuto di Enrico per farlo mantenere come papa[34]: questo era stato infatti scacciato e per chiedere aiuto si mosse lo stesso papa, appena eletto dopo aver sconfitto nella corsa per il soglio di San Pietro un certo Gregorio; il neo papa passò le Alpi e incontrò l'imperatore a Natale a Pöhlde, convincendolo a sostenere la sua famiglia (già favorita sotto Ottone III)[34] e la propria elezione[35]. Enrico allora festeggiò la Pasqua nei pressi del fiume e lo guadò due giorni dopo. Egli attese il corpo di Ottone III nel monastero di Polling, per poi accompagnarlo ad Aquisgrana mentre questo attraversava il suo ducato. Fu l'ultimo re di Germania e l'ultimo imperatore della dinastia sassone. [75], Architettura e urbanistica Nel 999 Enrico sposò Cunegonda di Lussemburgo, figlia di Sigfrido, conte di Lussemburgo. Europa tra preistoria e protostoria LE AREE SEPOLCRALI: L'ORGANIZZAZIONE INTERNA E IL RAPPORTO CON L'INSEDIAMENTO, DAL NEOLITICO ALL'ETÀ DEL FERRO, TIEPOLO, Giambattista (Giovanni Battista, Giovambattista). Dopo aver tentato di usurpare il trono di Germania nel 985, il padre cedette il governo alla madre del bambino, Teofano. [34], Storia per continenti e paesi Rimase in Italia quindi 8 mesi[36]. Boleslao, nominato re da Ottone III, voleva che il suo titolo fosse riconosciuto dal nuovo re Enrico II e che il magraviato di Meissen fosse a lui affidata in cambio del suo appoggio per la successione al trono, essendo questa senza marchese dalla morte di Eccardo durante le lotte per il trono, in modo da poter entrare solo ufficialmente nella rete imperiale, avendo già contatti anche dinastici con la famiglia dei marchesi di Meissen e avendo la stima della dinastia dei Billunghi, duchi di Sassonia[26]. Rimase sempre poche settimane. L'infanzia di Enrico e l'elevazione a duca di Baviera, L'elevazione al trono e la cavalcata attraverso il regno, La ribellione di Pavia e il ritorno in Germania, «La svolta decisiva del movimento riformatore si ebbe al concilio di Pavia nel 1022. Nel 1007 fondò il Vescovado di Bamberga per stimolare la diffusione della cristianità fra gli Slavi del Meno. Tra il 1021 e il 1022 effettuò un'ultima spedizione in Italia per frenare l'espansione bizantina in Puglia. Egli quindi contrattaccò, assediando Strasburgo assieme al genero Corrado, figlio di Ottone di Worms, difesa dal suo vescovo Werner[8]. ENRICO II imperatore, detto il Santo. La morte di Ottone II del 983 permise al padre di essere rilasciato dalla custodia e di tornare dall'esilio. Enrico II[1] il Santo (Bad Abbach o Hildesheim, 6 maggio 973 o 978 – Grona, 13 luglio 1024) è stato re d'Italia dal 1002 al 1024, imperatore del Sacro Romano Impero e ultimo esponente della dinastia degli Ottoni. Collaborò con la Chiesa per riformare i costumi del clero e favorì il monachesimo. Il giovane Enrico, che in quel momento aveva tredici anni, fu nominato reggente sulla Baviera. Festa il 15 giugno. Ermanno, per non perdere il ducato in caso di sconfitta, evitò di scontrarsi con il re direttamente, attaccando invece i suoi alleati nel suo ducato[9]. imperatore, detto lo Zoppo o il Santo (Abbach o Hildesheim 973-Grona, presso Gottinga, 1024). Seguì il sinodo di Roma (febbraio 1014) e per la Pasqua andò a Pavia, quindi tornò in Germania[40]. Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici. Le truppe sveve, francone e lotaringe riuscirono ad entrare in città, facendo strage dei pavesi, che tentarono di difendersi scagliando giavellotti dai tetti delle case, ma questi furono inghiottiti dal fuoco. Mentre il re era sull'isola di Reichenau per la natività di San Giovanni Battista, ricevette la sfida ad un duello (interpretabile sia come un duello individuale sia nel senso,come ha fatto notare Giesebrecht, di ingaggiare battaglia con un esercito, sulla base del fatto che Tietmaro usa il termine duellum anche in VII, 45 (62) per riferirsi inequivocabilmente ad una battaglia campale)[10] da parte di Ermanno[11]; egli però cambiò poi idea, preferendo forse non attaccare direttamente il re. Quello stesso anno fu incoronato re d'Italia a Pavia. X e XII), in Giovanni Isabella (a cura di), Vignate (MI), Carrocci Editore, Dicembre 2018. Insieme alla moglie, Cunegonda di Lussemburgo, venne incoronato ad Aquisgrana nel 1002. Enrico II invece visitava i ducati regolarmente, e sotto il suo regno sono documentati le prime diete provinciali; Enrico II infatti, per quanto fosse riuscito a far valere le sue ragioni ereditarie, fu costretto a farsi validare la sua elevazione al trono, essendo stato solo un duca, dalle varie regioni del suo regno, La scelta del viaggio imperiale perenne si rifletté sui diplomi, redatti in loco e non più nei palazzi in cui abitualmente risiedevano gli imperatori sassoni[18]. Enrico abbandonò l'Italia quindi a inizio giugno, con ancora Arduino non totalmente sconfitto; egli inoltre non scese a Roma, essendo questa tornata sotto il controllo di Giovanni Crescenzio, il cui padre era stato decapitato da Ottone III, e dei papi da lui nominati, e questi ultimi dovevano concedere l'autorizzazione per ripristinare la diocesi di Merseburgo (futura diocesi di Titmaro) e fondare la diocesi di Bamberga[33][34]. Nel 1022, presiedette, insieme al pontefice, dopo un sinodo a Bamberga (1020) il concilio di Pavia, a conclusione del quale vennero emanati sette canoni contro il concubinato dei sacerdoti e per la difesa dell'integrità dei patrimoni ecclesiastici: questo concilio è considerato un momento importante nel processo di riforma delle Chiesa dell'XI secolo[Riferimenti 3]. Enrico II (imperatore) imperatore, detto lo Zoppo o il Santo (Abbach o Hildesheim 973-Grona, presso Gottinga, 1024).
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