La notte oscura dei sensi è caratterizzata da un’aridità spirituale prolungata per cui non si sente più il gusto della preghiera e di tante pratiche religiose. Era il 5 aprile 1896, giorno di Pasqua: la prova sarebbe durata altri 18 mesi, fino alla morte della santa. Chiamo, mi aggrappo, amo però nessuno mi risponde, nessuno a cui afferrarmi, no, nessuno. I campi obbligatori sono contrassegnati *. Persino le persone più vicine a lei non sospettarono nulla di questo tormento interiore della Madre sino alla fine. Sente una solitudine impressionante, che sembra far vacillare persino la sua fede: “Signore mio Dio, chi sono io perché Tu mi abbandoni? Visse per anni una costante “oscurita’ ”, sentendosi abbandonata da Dio, ma decisa ad “amarLo come non era mai stato amato prima”. Tutto questo Egli lo prese su Se Stesso, e lo portò nella notte più scura. Se avesse dovuto ascoltare i pareri di chi la circondava, per compiere quel  passo che era stato deciso per la sua vita, ne sono certa, l’avrebbero dissuasa! Mentre Dio dimostra ogni volta che Lui  insieme al SI della creatura, fa sempre nuove tutte le cose! E allora pensavo: perché trarre in inganno anche gli altri? Questa prova interiore ebbe in Madre Teresa delle caratteristiche particolari, poiché non fu una prova iniziale, una purificazione dell’anima, come è avvenuto in tanti santi, che l’avrebbe portata ad una profonda unione mistica dopo alcuni anni, ma fu invece il suo stato permanente fino alla morte. L’Arcivescovo, per nostra fortuna, aveva rifiutato di accettare la richiesta di distruggerle di Madre Teresa. L’anima comincia a entrare in questa notte oscura quando Dio la fa uscire dallo stato dei principianti, cioè di coloro che si servono ancora della meditazione nel cammino spirituale, e la trasferisce gradatamente in quello dei proficienti, cioè quella dei contemplativi. E non bisogna vergognarsi mai di condividere le realtà del cammino di santità,  nelle sue emozioni, nelle sue prove, perché ad un certo punto tutti ci sentiamo incapaci di salire questo monte, così arduo e perseverare fino alla fine dei nostri giorni. In lei trovo conforto, perché di questa realtà tutti si vergognano e non ne parlano volentieri, mentre lei a momenti si esprime, è libera e noi non possiamo giudicare, ne’ possiamo misurare la santità in base alla debolezza e alla prova. Curiosamente, sembra che con l’inizio del servizio ai poveri sia calata su di lei un’oscurità opprimente, una grande prova interiore che la portò persino a dire: “C’è tanta contraddizione nella mia anima: un profondo anelito verso Dio, così profondo da far male, e una sofferenza continua, e con essa la sensazione di non essere amata da Dio, di essere rifiutata, vuota, senza fede, senza amore, senza zelo… Il Cielo non significa nulla per me: mi sembra un luogo vuoto!”. I profeti non sono mai stati accetti nella propria casa , addirittura tra la gente che percorre lo stesso cammino, che dovrebbero avere gli stessi sentimenti. E se anche noi ragionassimo in questa ottica capiremmo che non è il Vangelo a doversi adattare ai nostri tempi, ma che invece tocca a noi a comprendere il vero senso del Suo messaggio. Con il dovuto discernimento, come diceva lei, il Signore sceglie anche quello che nel mondo sembra stolto per renderlo strumento e potenza di Dio. Padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione di. Mi pareva di non saper ben capire ciò che accadeva in me, dubitavo che non si trattasse d’altro che di immaginazioni mie. Assorbito attraverso insegnamenti e tabù, in obbedienza a leggi puramente umane e psicologiche paure. La stessa cosa capitava all’altra grande carmelitana, Teresa del Bambino Gesù, che ne parla diffusamente nella sua Storia di un’anima: «Nei giorni felici del tempo pasquale», scrive, «Gesù mi fece sentire che esistono veramente delle anime che non hanno la fede, che per abuso delle grazie perdono questo dono prezioso, questa sorgente delle gioie pure e vere. […] Quando voglio far riposare il mio cuore, affaticato dalle tenebre che lo circondano, il mio tormento diventa più grande per il ricordo del paese luminoso al quale aspiro; ho l’impressione che le tenebre, assumendo la voce dei peccatori, si prendano gioco i me dicendomi: “Tu sogni la luce, una patria avvolta nei più soavi profumi; tu sogni il possesso eterno del Creatore di tutte queste meraviglie; tu credi che un giorno ti libererai dalle nebbie che ti circondano!
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