La biblioteca di Federico di Montefeltro, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Studiolo_di_Federico_da_Montefeltro&oldid=109973931, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Quattordici di questi ritratti originali sono oggi al Museo del Louvre, al quale sono pervenuti a seguito delle note spoliazioni napoleoniche e mai più restituiti. Tra le figure rappresentate ci sono poeti, pensatori, eruditi e filosofi, al di sotto dell'iscrizione: .mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}, «FEDERICUS MONTEFELTRUS/DUX URBINI MONTIS / FERITRI AC/DURANTIS COMES SER/ENISSIMI REGIS SICILIE CAPITANEUS GENERALIS SANCTEQUE ROMANE ECCLESIE GONFALONERIUS MCCCCLXXVI». The Ducal Palace featured several rooms that reflect Federico's devotion to Classical and humanistic studies and served his daily routine, which included visiting the palace's lararium and reading Greek literature. ), come se l'esercizio delle prime aprisse la strada alle seconde. Spesso le finte architetture delle tarsie attenuano le irregolarità della stanza. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta l'11 gen 2020 alle 19:58. I colori smaglianti e i continui rimandi tra architettura reale e fantastica dovevano creare nello spettatore un effetto di grande meraviglia. Lo studiolo si trova al piano nobile del palazzo ed era lo studio privato del Duca. Elaborately decorated with paintings and intricate woo… Nella parete est scrittori e filosofi antichi e medievali, personaggi dell'Antico Testamento: nel registro superiore Cicerone[2], Seneca[3], Omero[2], Virgilio[3], in quello inferiore Mosè[2], Salomone[2], San Tommaso d'Aquino[3] e Duns Scoto[2]. Le pareti sono coperte da tarsie lignee tuttora in situ, che creano effetti illusionistici di continuazione dell'architettura. Lo Studiolo raccoglieva inoltre significati etici e intellettuali, con lo sviluppo nel complesso decorativo del tema della solitudine pensosa, che con l'etica e la contemplazione dava nutrimento all'agire. These learned and explicitly pagan touches were atypical of a medieval palazzo. [4], Bartolo da Sassoferrato Palazzo ducale di Urbino, Francesco PetrarcaPalazzo ducale di Urbino, Maestro delle Arti Liberali La musicaNational Gallery, Londra. Among these concepts was the development of the studiolo, a secluded room intended to allow for quiet study and mediation. Nella parete nord si trovavano pensatori antichi e Dottori della Chiesa: nel registro superiore Platone, Aristotele, Tolomeo, Boezio, e nel registro inferiore San Gregorio, San Girolamo, Sant'Ambrogio[2], Sant'Agostino[3]. La naturale propaggine dello Studiolo era la Biblioteca di Federico da Montefeltro, composta da manoscritti miniati (oggi conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana), dove si trovava una serie di dipinti alle pareti con le Arti liberali, simboleggiate da figure femminili su troni, che erano composti fortemente scorciati dal basso, al culmine di gradini in uno spazio che continuava idealmente da un dipinto all'altro. La parete sud aveva eruditi antichi e moderni e personalità religiose: in alto Euclide[2], Vittorino da Feltre[3], Solone[3], Bartolo da Sassoferrato[2], in basso Pio II[2], Giovanni Bessarione[3], Alberto Magno[2], Sisto IV[3]. Lo Studiolo di Federico da Montefeltro è uno degli ambienti più celebri del Palazzo Ducale di Urbino, poiché oltre che essere un capolavoro di per sé, è l'unico ambiente interno del palazzo ad essere … The collections belonging to the National Gallery of the Marche are on display in a unique setting: Urbino’s splendid Ducal Palace [in Italian, “Palazzo Ducale”], built for Federico da Montefeltro to … Gli altri quattordici sono ancora in loco nello stesso ambiente per il quale sono stati pensati. Il ruolo di Pontelli è piuttosto controverso: vd. In origine le pareti erano decorate nella parte superiore da un fregio contenente ventotto ritratti di Uomini illustri del passato e del presente, disposti su due registri, opera di Giusto di Gand e Pedro Berruguete, del 1473-1476 circa. La parete ovest era occupata per metà dalla finestra e per metà da quattro ritratti su due file come di consueto: da sinistra a destra e dall'alto in basso si incontravano Ippocrate[2], Pietro d'Abano[3], Dante Alighieri[3] e Francesco Petrarca[2]. Purtroppo l'effetto complessivo è alterato poiché gli originali sottratti in epoca napoleonica sono oggi rimpiazzati da copie di minor valore. These rooms contained, either physically or in the form of artistic depictions, books, tomes, scientific instruments, and other symbols of knowledge, particularly if they were associated Classical Greece or Rome. Un ritratto di Federico presenziava e chiariva l'allegoria dell'insieme, che esaltava il Duca come protagonista della parabola virtuosa. Spiccano però le tarsie attribuite a Baccio Pontelli[1] e caratterizzate dalle complesse costruzioni prospettiche di oggetti geometrici, che creano un continuo scambio tra realtà e finzione, dilatando lo spazio della stanza altrimenti minuscola. Il soffitto è a cassettoni dorati con le imprese ducali. Da recenti studi è risultata una correlazione evidente tra lo Studiolo e la Biblioteca, infatti gli autori maggiormente presenti nel catalogo della biblioteca sono quelli rappresentati tra gli uomini illustri nel ciclo di ritratti che decora lo studiolo di Federico, a conferma dell'unitarietà complessiva che assume il progetto iconografico federiciano. Venne realizzato tra il 1473 e il 1476, da artisti fiamminghi appositamente chiamati a corte dal Duca. Lo schema della decorazione lignea prevede nella parte superiore un alternarsi di sportelli semiaperti, che rivelano armadi con oggetti, e di nicchie con statue; segue una fascia sottostante con fregi di vario genere sotto ciascun pannello, mentre la parte inferiore imita degli stalli, con assi appoggiate sopra, sulle quali sono disposti strumenti musicali ed altri oggetti, mentre lo sfondo degli stalli è composto da grate magistralmente eseguite, pure imitanti degli sportelli aperti o chiusi.
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