Quantunque in questi giudizi sicuramente si rifletta l'opinione personale di questi due autori, la crudeltà di Pilato sembra fuori di dubbio, come suggerisce Lc 13,1, dove racconta l’incidente di alcuni galilei il cui sangue venne mescolato con quello dei sacrifici. Da questo momento si perdono le sue tracce. © Prelatura del Opus Dei, Fundación Studium, Scriptor, L’eterno riposo e l’eterno lavoro d’amore, Un nuovo libro sul beato Álvaro del Portillo e la sua intercessione, Romana, Bollettino della Prelatura dell'Opus Dei. Pontius Pilatus). — Giovanni 18:37, 38; Luca 23:4. Quinto tra quelli che dal 6 d.C. governarono quel Paese, successe a Valerio Grato il 26 d.C.; nulla si sa della sua origine. L'allora Berethra, infatti, era è ubicata nel cuore di un territorio, dell'area centro-adriatica, conosciuto in antichità con la denominazione di "Palestina piceni" in quanto colonizzato nel 600 a.C. circa da popolazioni mediorientali provenienti dalla terra di Canaan. Se in Giudea si profilava un pericolo, in genere il procuratore si poteva rivolgere al legato imperiale in Siria, che aveva al suo  comando delle legioni. Oltre ai Vangeli, parlano di lui anche Flavio Giuseppe e Filone; una volta è nominato ... Pilato. I capi sacerdoti avevano consegnato Gesù per invidia, e Pilato lo sapeva. Questi fu chiamato a Roma per dare spiegazioni, però arrivò dopo la morte di Tiberio. In particolare, l'assunzione di responsabilità degli Ebrei[19], in risposta al lavarsi le mani di Pilato, "com'è noto [...] non è storica: proietta all'indietro le polemiche tra i Giudei e i seguaci di Gesù della fine del I secolo"[Nota 7]; tale episodio, atto a scagionare Pilato, sarà utilizzato dai cristiani in maniera antiebraica e sarà "trattato come se fosse una auto maledizione con la quale la gente ebraica attirò su sé stessa il sangue di Gesù per tutti i tempi successivi"[Nota 8]. Successe a Valerio Grato il 26 d. C. Una lettera del re Erode Agrippa I (in Filone, Legatio ad Caium, 38) lo descrive come "implacabile, senza riguardi, ostinato". Proprio la conoscenza del linguaggio e delle abitudini simil-giudaiche, apprese vivendo nella “Palestina Piceni”, avrebbero avvantaggiato il giovane militare Ponzio Pilato nella nomina di V prefetto della Giudea. Altre leggende parlano delle rovine romane di Peltuinum presso L'Aquila. Giuseppe Flavio scrive che un folto gruppo di samaritani armati si raccolse sul monte Gherizim sperando di mettere le mani su certi tesori che secondo loro Mosè vi aveva seppellito. Nato e cresciuto in questa località, il giovane e futuro prefetto avrebbe avuto dunque la possibilità di conoscere le tradizioni ebraiche ed apprendere una la lingua “straniera”, l'aramaico. — Luca 13:1. Sempre a Pilato viene accreditata l'introduzione nella altopiano di Navelli dello zafferano (Crocus sativus). Ad esempio, per domare la rivolta capeggiata da Spartaco i romani giustiziarono 6.000 schiavi. (Giovanni 19:12) A questo punto Pilato cedette. Il governatore della Siria, Lucio Vitellio, lo destituì nell'anno 36 o 37 a causa della durezza con la quale aveva represso i Samaritani che avevano messo in atto la rivolta del monte Garizim e l'imperatore Caligola lo mandò in Gallia (37–41). Pilato e sua moglie vivevano a Cesarea, una città portuale, con un piccolo seguito di scribi, servitori e messaggeri. Comunque, ad avvalorare la leggenda che Pilato fosse di origine abruzzese, vi è l'ipotesi che lo fa discendere dalla famiglia Vestina dei Ponzi, da cui sarebbero usciti, al tempo della guerra sociale, gli avi di Ponzio Pilato quali condottieri dell'esercito sannita. — Deuteronomio 21:6, 7. Per alcuni è un santo, per altri è la personificazione della debolezza umana, l’archetipo del politico disposto a sacrificare un uomo per mantenere la stabilità”. Coloro che dissero a Gesù che Pilato aveva mescolato il sangue di certi galilei con i loro sacrifici forse alludevano a questo episodio. Con tutta probabilità Pilato si arruolò nell’esercito come tribuno militare, poi fece carriera e non ancora trentenne fu nominato procuratore. A seguito di quella, i samaritani inviarono una delegazione al governatore della Siria, L. Vitellio, che sospese Pilato dalla carica. Il ritrovamento in tempi recenti di resti di edifici romani ha stimolato ulteriormente questa leggenda. Probabilmente voleva tenere sotto controllo la folla senza provocare un massacro. Sapeva anche che liberando Gesù avrebbe provocato dei disordini, cosa che voleva evitare. Altri fanno però notare come il termine "procuratore" venga però attribuito da Flavio Giuseppe anche a Coponio, il primo prefectus cum iure gladii della Giudea appena diventata provincia romana. Chi era Ponzio Pilato? L'allora Berethra, infatti, era è ubicata nel cuore di un territorio, dell'area centro-adriatica, conosciuto in antichità con la denominazione di "Palestina piceni" in quanto colonizzato nel 600 a.C. circa da popolazioni mediorientali provenienti dalla terra di Canaan. “A questo punto”, dice una fonte, “Pilato esce dalla storia ed entra nella leggenda”. A queste domande se ne sono aggiunte altre sul Gesù storico: che lingua parlava, che rapporto aveva con Qumran, è esistito davvero Ponzio Pilato? I dettagli biografici di Pilato prima e dopo la sua nomina in Giudea non sono certi, sebbene il suo nome sembri rimandare ad un'origine sannita. Ponzio Pilato è stato un politico romano per esattezza procuratore. A rendere Pilato tristemente famoso fu il modo in cui agì quando i capi sacerdoti e gli anziani degli ebrei accusarono Gesù di definirsi Re. Pilato compare in tutti e quattro i vangeli canonici; per alcuni studiosi, tuttavia, questi non ne riportano un resoconto storico, ma un'interpretazione teologica, differente tra gli stessi evangelisti, in base a precedenti materiali della tradizione cristiana[4]. Qualcuno l’ha definito un vigliacco, colpevole di aver fatto torturare e uccidere Gesù solo per proteggere se stesso. La questione dell'arresto di Gesù gli appare inizialmente come una seccatura politica che rischia di provocare una rivolta, di rovinare le relazioni con l'élite sacerdotale ebraica e la sua reputazione presso i superiori. (apre una nuova finestra), La Torre di Guardia (edizione per lo studio)  |  15 settembre 2005, Un gran numero di persone abbraccia l’adorazione di Geova, Continuiamo a camminare come camminò Gesù Cristo. 1, Anchor Yale Bible, 2010, p. 753. Filone di Alessandria racconta che era corrotto, licenzioso e crudele, che rubava e che condannava senza processo. Visto che in Giudea c’era molto fermento, questo genere di preoccupazioni erano molto concrete per Pilato. Vi è anche una rivendicazione molisana sulla città natale di Pilato, ossia Isernia, per un'iscrizione romana di dedica sulla storica Fontana Fraterna. Sembra perciò che Pilato potesse contare sulla collaborazione delle autorità del tempio. I samaritani si lamentarono con l’immediato superiore di Pilato, Lucio Vitellio, legato di Siria. LA TORRE DI GUARDIA (EDIZIONE PER LO STUDIO) 15 settembre 2005, Accedi Circa la morte esistono diverse ipotesi: giustiziato dall'Imperatore Caligola; suicida in Gallia dopo esservi stato esiliato; penitente e convertito al Cristianesimo per influenza della moglie Claudia Procula (canonizzata dalla Chiesa greco-ortodossa); morto a Vienne o a Latina.[25].
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