Ma per capire l’elaborazione concreta del tema “primato dell’amore”, dobbiamo tenere presente ancora un’altra fonte: gli scritti del cosiddetto Pseudo-Dionigi, un teologo siriaco del VI secolo, che si è nascosto sotto lo pseudonimo di Dionigi l’Areopagita, accennando, con questo nome, ad una figura degli Atti degli Apostoli (cfr 17,34). Tutto questo nonstante che i primi avessero l'appoggio del clero e dei vescovi, mentre il re di Francia Luigi IX si trovava a sostenere le posizioni dei mendicanti. È significativo ricordare il titolo della tesi che egli difese per essere abilitato all’insegnamento della teologia, la licentia ubique docendi, come si diceva allora. Raccolse, perciò, con grande zelo documenti riguardanti il Poverello e ascoltò con attenzione i ricordi di coloro che avevano conosciuto direttamente Francesco. Perciò nessuno, per quanto possa essere illuminato dai doni di natura e della scienza acquisita, può rientrare in se stesso per godervi Dio, se non per la mediazione di Cristo, che ha detto: "Io sono la porta; chi passerà attraverso di me si salverà, entrerà e troverà pascoli eterni". Infatti il Capitolo generale successivo, del 1263, approvò l'operà composta dal Ministro generale; mentre il Capitolo del 1266, riunito a Parigi, giunse a decretare la distruzione di tutte le biografie precedenti alla Legenda Maior, probabilmente per proporre all'Ordine una immagine univoca del proprio fondatore, in un momento in cui le diverse interpretazioni fomentavano contrapposizioni e conducevano verso la divisione. San Bonaventura da Bagnoregio Nacque a Civita di Bagnoregio molto probabilmente nel 1217 da Giovanni Fidanza e da Maria di Ritello. All'inizio portò il nome del padre che forse era medico, in seguito gli venne aggiunto o sostituito "Bonaventura". Questo teologo aveva creato una teologia liturgica e una teologia mistica, ed aveva ampiamente parlato dei diversi ordini degli angeli. Change ), You are commenting using your Facebook account. A lui, in questo Capitolo, venne affidato l'incarico di redigere una nuova biografia di san Francesco d'Assisi che, intitolata Legenda maior, diventerà la biografia ufficiale nell'Ordine. possiamo contemplare l’immensità divina mediante il ragionamento e l’ammirazione; nella patria celeste, invece, mediante la visione, quando saremo fatti simili a Dio, e mediante l’estasi… Così essi possono rappresentare il cammino umano, la salita verso la comunione con Dio. Scriveva così in una lettera indirizzata ad un altro frate:  “Confesso davanti a Dio che la ragione che mi ha fatto amare di più la vita del beato Francesco è che essa assomiglia agli inizi e alla crescita della Chiesa. I suoi studi di teologia terminano nel 1253, quando diventa "magister" (cioè "maestro") di teologia e ottiene la licentia docendi (la "licenza d'insegnare"). San Tommaso riflette su due possibili risposte contrastanti. Fill in your details below or click an icon to log in: You are commenting using your WordPress.com account. Aveva ottenuto il diploma di Maestro d’Arti, che potremmo paragonare a quello di un prestigioso Liceo dei nostri tempi. Per san Bonaventura non c’è alcun dubbio: san Francesco d’Assisi apparteneva all’ordine serafico, al supremo ordine, al coro dei serafini, cioè: era puro fuoco di amore. Change ), You are commenting using your Google account. 187). Ambedue i dottori si chiedono se la teologia sia una scienza pratica o una scienza teorica, speculativa. l'unita del suo oggette determina come unitaria ed ordinata la teologia perché la sua struttura corrisponde ai caratteri del suo oggetto. Secondo Bonaventura è il Cristo la via a tutte le scienze, sia per la filosofia che per la teologia. PRZEGLĄD TOMISTYCZNY, T.XXV (2019), S. 1–27 ISSN 0860-0015 ANDREA DI MAIO Facoltà di Filosofia, Pontificia Università Gregoriana LA RAPPRESENTAZIONE DELLA NATURA IN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO Il concetto bonaventuriano di natura, che già era stato affrontato linguisticamente e dot- Vol. Il santo nacque a Bagnorea, oggi Bagnoregio, e come Tommaso fu docente a Parigi. Nel 1235 si reca a Parigi a studiare forse nella facoltà delle Arti e successivamente, nel 1243, nella facoltà di teologia. Nel 1254 i maestri secolari denunciarono a papa Innocenzo IV il libro del francescano Gerardo di Borgo San Donnino Introduzione al Vangelo eterno. Questa teologia della Croce, nata dall’incontro tra la teologia dello Pseudo-Dionigi e la spiritualità francescana, non ci deve far dimenticare che san Bonaventura condivide con san Francesco d’Assisi anche l’amore per il creato, la gioia per la bellezza della creazione di Dio. Nonostante tutti questi aspetti, possiamo cogliere nei due grandi Santi due diversi approcci alla ricerca filosofica e teologica, che mostrano l’originalità e la profondità di pensiero dell’uno e dell’altro. Altre analogie li accomunano: sia Bonaventura, francescano, sia Tommaso, domenicano, appartenevano agli Ordini Mendicanti che, con la loro freschezza spirituale, come ho ricordato in precedenti catechesi, rinnovarono, nel secolo XIII, la Chiesa intera e attirarono tanti seguaci.
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